In tempi di campagna elettorale, tutti i partiti si prodigano in promesse e proposte, con l’obiettivo di conquistare voti decisivi per la conquista del Parlamento.
Qualunque argomento è valido per essere fatto oggetto di discussione: di pochi giorni fa è il dibattito circa la possibilità di rinviare o, quantomeno, rendere più graduale l’entrata in vigore dell’obbligo di fatturazione elettronica previsto per il 2019.
Il primo a ritenerlo opportuno è lo stesso viceministro dell’Economia Luigi Casero, che ha annunciato anche interventi operativi nel breve termine al fine di procedere ad una parziale dilatazione dei tempi. Della stessa opinione anche il Centrodestra, che ha sottolineato la necessità di incentivare tale passaggio tramite l’utilizzo di sistemi premiali. Il PD, invece, ha sostenuto che la fatturazione elettronica non deve essere imposta, ma una regolamentazione è comunque necessaria.
Ad ogni modo, tutte le forze politiche stanno presentando le proprie proposte: in campo fiscale, il comune obiettivo è quello di ridurre le imposte ed aumentare i servizi, senza però incidere sul debito pubblico. La classica moltiplicazione dei pani e dei pesci tipica di ogni campagna elettorale.
Si pensi infatti che, secondo una stima operata dalla Fondazione dei Commercialisti italiani, se tutte le proposte fiscali dei partiti fossero concretamente attuate, lo Stato dovrebbe reperire nuove risorse pari a 247 miliardi di euro che, per fare un paragone, sono il gettito derivante dalle imposte incassate in Italia nel periodo gennaio-luglio del 2017.
Tra promesse inverosimili e proposte interessanti, andiamo ora a fare una carrellata dei contenuti dei vari programmi elettorali delle diverse formazioni politiche, con particolare attenzione ai contenuti di carattere fiscale ed agricolo ivi contenuti.
PD – Il Partito Democratico punta tanto sulle famiglie e sulle misure volte ad incentivare i consumi. In materia di IRPEF, la volontà è quella di rivedere in aumento le detrazioni per i carichi familiari. Tra gli obiettivi c’è quello di una riduzione dell’aliquota IRES e IRI dal 24% al 22%, da sostenersi con un taglio selettivo degli incentivi ed i proventi della lotta all’evasione da perseguire tramite una puntuale raccolta di dati da incrociare ed analizzare, la diffusione del fisco digitale (fattura elettronica obbligatoria su tutti) e una puntuale attività di compliance.
Per quanto riguarda il piano di sviluppo industriale, il Partito Democratico vorrebbe prorogare l’agevolazione dell’iperammortamento per i beni digitali, valutando magari una riduzione delle aliquote nel tempo. Tra i temi in ballo, anche la possibilità di rivedere il sistema degli ammortamenti con deduzioni accelerate.
In ambito più prettamente agricolo, la prima preoccupazione del PD è quella relativa all’ingresso dei giovani nel mondo del lavoro agricolo (magari con la conferma dell’esonero contributivo triennale per gli under 40), nonché il sostegno al reddito delle famiglie contadine. Oggetto di discussione saranno anche temi quali la riduzione della burocrazia e l’abbattimento di dazi e barriere che limitano la PMI: l’obiettivo, infatti, è quello di incentivare l’export, con l’ambizioso traguardo di 50 miliardi di euro di export agroalimentare da raggiungere.
Da menzionare anche la battaglia contro i pesticidi (per cui si vorrebbe giungere ad una dismissione totale entro il 2025), l’opposizione all’uso degli OGM, la difesa del suolo agricolo, il sostegno alle agro-energie, la valorizzazione dell’agricoltura biologica e la forte volontà di tutela dei prodotti a indicazione geografica protetta, per mezzo di una guerra al cibo contraffatto, ai reati agroalimentari e alle agropiraterie anche tramite una ulteriore stretta sul tema dell’etichettatura. Infine, tema delicatissimo e centrale resta quello della salvaguardia dell’acqua e agli investimenti necessari per la lotta alla siccità.
CENTRODESTRA – Dal punto di vista fiscale, il cavallo di battaglia delle forze politiche di centrodestra è la cosiddetta flat tax, l’imposta proporzionale sui redditi che dovrebbe essere determinata con un’aliquota unica pari al 23%, da ridurre progressivamente con il passare degli anni. Inoltre, sarebbe prevista un’area di esenzione dall’imposta fino a 12.000 euro al fine di garantire il principio di progressività previsto dall’art. 53 della Costituzione.
Tra gli obiettivi dichiarati ci sono anche la non persecuzione dei piccoli contribuenti in crisi e l’abolizione dell’inversione dell’onere della prova.
Per favorire lo sviluppo delle imprese, invece, si cercherà di facilitarne l’accesso alle risorse economiche anche tramite una semplificazione del crowdfunding per le startup, ma anche incentivi per gli approvvigionamenti e il raggiungimento dell’efficienza energetica e dei consumi nell’edilizia, nell’industria e nei trasporti. Nei programmi non si parla di industria 4.0, ma di una forte volontà di promuovere l’attività imprenditoriale nel Mezzogiorno allo scopo di ridurne il gap di crescita con il resto del Paese.
Per il settore agroalimentare, il principale obiettivo è quello di tutelare il Made in Italy e di farlo al fine di proteggere i prodotti italiani e preservare l’agricoltura nazionale e l’intero indotto collegato, anche tramite una stretta tracciabilità sui prodotti agroalimentari e incentivi al consumo di prodotti a km 0.
Quanto al mondo del lavoro, sono previsti incentivi per le aziende che non delocalizzano la loro attività, ma anche per le PMI che investono in digitalizzazione e innovazione. Lotta, invece, ad abusivismo commerciale e alla proliferazione dei laboratori clandestini di trasformazione dei prodotti agroalimentari.
M5S – Riduzione delle imposte per le imprese e sul lavoro, progressiva abolizione dell’IRAP, che potrebbe diventare una addizionale IRES: questi i capisaldi della campagna elettorale del Movimento 5 Stelle in materia fiscale. In programma anche l’abolizione di spesometri e studi di settore, la cui fine al 31/12/2018 è già stata stabilita nella Legge di Bilancio 2018.
Proposto un ampliamento della “no tax area” relativa all’IRPEF (oggi pari a 8.000 euro) e la contemporanea riduzione delle aliquote più basse. Previsto anche un importante piano di sviluppo per le imprese con la creazione di una Banca pubblica di investimento per piccole imprese, agricoltori, famiglie e un piano da 50 miliardi per interventi nei settori strategici. Restano tuttora da verificare le coperture economiche per tali proposte.
Ambiziose sono anche le politiche agricole: il primo obiettivo è quello di definire prezzi equi per i prodotti alimentari, per cercare di limitare il potere negoziale della GDO nei confronti degli agricoltori. Da non sottovalutare anche la volontà di stabilire piani strategici nazionali per la produzione interna di tutti i prodotti necessari a coprire il fabbisogno territoriale, scoraggiando le importazioni. Tra gli obiettivi anche la promozione del Made in Italy e la revisione delle politiche relative all’etichettatura.
Semplificazioni burocratiche, revisione della normativa sull’IMU agricola, agevolazioni fiscali, modifica degli accordi di libero scambio: questi gli intendimenti del M5S per provare a sostenere l’agricoltura, con particolare attenzione ai settori più in difficoltà come quelli apistico, fungicolo e ippico.
LeU - Liberi e Uguali vuole rivedere l’IRPEF, con particolare riferimento alle politiche di sgravi da destinare alle fasce di reddito medio-basse; ma anche abolire IRAP e contributi sociali, recuperando risorse tramite la lotta all’evasione fiscale.
Ci sono dubbi sulla reperibilità delle risorse anche per quanto riguarda le proposte relative al piano di sviluppo industriale, da sostenere tramite una holding delle partecipazioni pubbliche e una Banca pubblica di investimenti. Quanto alla politica degli incentivi, niente agevolazioni trasversali, ma risorse destinate a specifici settori produttivi.
Da segnalare alcune idee sull’agricoltura: sostegno e sviluppo ad una produzione pulita e biologica; stop all’uso di pesticidi; valorizzazione del territorio e dei prodotti, soprattutto nelle aree a rischio spopolamento. Tra le priorità anche l’istituzione di una banca delle sementi, l’introduzione dei biodistretti e il deciso contrasto all’illegalità nella filiera agroalimentare.
a cura di Luciano Mattarelli Perito agrario, Tributarista, Revisore contabile, Esperto in materia civilistica e fiscale
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