Quello della produzione biologica è uno dei settori in maggiore espansione all’interno del comparto agroalimentare: in un contesto di crisi dei prezzi e del mercato, il bio ha fatto registrare nell’ultimo anno un aumento delle vendite del 21%, proseguendo un trend di costante crescita.
Per sostenere e regolamentare tale settore, dopo un iter di approvazione durato ben quattro anni, qualche giorno fa è stato votato alla Camera il Testo Unico denominato “Disposizioni per lo sviluppo e la competitività della produzione agricola e agroalimentare con metodo biologico”, composto da 16 articoli che dovranno essere confermati dal Senato. Tale passaggio, comunque, sembra una mera formalità.
Il testo approvato dalla Camera introduce numerose novità nell’ordinamento. Innanzitutto, viene creato un tavolo tecnico di filiera, il quale avrà il compito di stabilire le priorità del piano di azione nazionale, proponendo anche interventi di promozione dei prodotti biologici ed esprimendo pareri sulle misure comunitarie.
Il Testo Unico rivede poi le modalità di formazione e le finalità del Fondo per l’agricoltura biologica e di qualità, il quale servirà a finanziare le attività del piano d’azione nazionale. All’interno di tale fondo, poi, sarà costituita una riserva del 30%, la quale sarà destinata ad attività di ricerca e sviluppo.
La collaborazione e il coordinamento tra tutti gli operatori del settore sono ritenuti fondamentali al fine di far uscire i prodotti biologici dalla categoria dei prodotti di nicchia. Infatti, il disegno di legge in corso di approvazione prevede la creazione di molti nuovi soggetti collettivi. Tra questi ci sono:
- i distretti biologici: “sistemi produttivi locali, anche di carattere interprovinciale o interregionale, a spiccata vocazione agricola nei quali, […] siano significative: a) la coltivazione, l’allevamento, la trasformazione e la preparazione alimentare e industriale di prodotti biologici conformemente alla normativa europea, nazionale e regionale; b) la tutela delle produzioni e delle metodologie colturali, d’allevamento e di trasformazione tipiche locali”;
- le organizzazioni interprofessionali nella filiera bio: organizzazioni costituite per iniziativa di tutte o di alcune delle organizzazioni maggiormente rappresentative a livello nazionale nei settori della produzione, della trasformazione e del commercio dei prodotti agricoli e agroalimentari biologici; esse sono formate da rappresentanti delle attività economiche connesse alla produzione e ad almeno una delle fasi della trasformazione o del commercio dei prodotti biologici e perseguono finalità di promozione, valorizzazione e coordinamento nel settore della produzione e commercializzazione dei prodotti biologici.
Il nuovo testo legislativo, inoltre, prevede l’estensione anche al settore del biologico dell’istituto delle intese di filiera (già sperimentate in altri settori) e la previsione di alcune deroghe alla disciplina delle Organizzazioni di produttori.
Tra le novità, va anche segnalata l’introduzione della possibilità di svolgere attività di vendita diretta in ambito locale delle sementi o di materiali di propagazione prodotti in azienda. Tale diritto sarà concesso agli agricoltori che producono sementi biologiche.
©RIPRODUZIONE RISERVATA