Con la legge 166/2016 pubblicata ieri in Gazzetta Ufficiale, l’Italia fornisce nuovi fondi e strumenti agli operatori per combattere gli sprechi alimentari.
Una delle previsioni più importanti per gli operatori del settore agricolo, riguarda la facoltà attribuita ai Comuni di applicare un coefficiente di riduzione della tariffa sui rifiuti alle utenze non domestiche (TARI) alle attività produttive che distribuiscono le eccedenze di beni alimentari e agricoli tramite donazioni gratuite, dirette o indirette, agli indigenti.
La legge, inoltre, va a rifinanziare con 2 milioni di euro per il solo 2016 il fondo per l’acquisto di alimenti da destinare ai bisognosi. Tali risorse vanno ad affiancare il fondo collegato al bando Agea già attivo per l’acquisto di latte crudo da trasformare in Uht da donare ai non abbienti.
La legge 166/2016, inoltre, prevede la costituzione di un fondo da un milione di euro per ognuno degli anni 2016, 2017 e 2018, il quale dovrà andare a finanziare progetti innovativi, anche relativi alla ricerca e allo sviluppo tecnologico nel campo del confezionamento e dell’imballaggio dei prodotti alimentari, al fine di minimizzare gli sprechi e fornire la possibilità di reimpiegare le eccedenze.
Verranno finanziati progetti anche per la produzione di imballaggi riutilizzabili o facilmente riciclabili, ma anche attività con il coinvolgimento del servizio civile nazionale. Sarà un decreto ministeriale che verrà approvato nelle prossime settimane a definire le modalità di utilizzo del fondo.
La legge, poi, ha ampliato le finalità del Fondo per la promozione di interventi di riduzione e prevenzione della produzione di rifiuti e per lo sviluppo di nuove tecnologie di riciclaggio, fondo previsto dall’art. 2 comma 323 della L. 244/2007. Sulla base di tale estensione, ora potranno essere promossi anche interventi volti alla riduzione dei rifiuti alimentari.
Dal 14 settembre, data di entrata in vigore della norma, diventeranno operative anche una lunga serie di semplificazioni burocratiche e finanziarie legate alla cessione dei beni alimentari, per prevenire e ridurre lo spreco connesso alla somministrazione degli alimenti. In caso di confisca, l’autorità giudiziaria potrà disporre la cessione gratuita di prodotti alimentari per finalità di alimentazione dei bisognosi o come mangime per gli animali.
Per poter usufruire delle semplificazioni, gli operatori del settore alimentare dovranno procedere a cessioni gratuite e le eccedenze alimentari dovranno essere destinate prioritariamente agli indigenti o, in generale, al consumo umano. Se inidonei, tali prodotti potranno essere poi utilizzati per la produzione di mangime per animali o per altre destinazioni, come il compostaggio.
Per gli agricoltori è prevista poi anche la possibilità di cedere a titolo gratuito i propri prodotti in campo o in allevamento: le fasi di raccolta o di ritiro dei prodotti agricoli, se effettuate dai soggetti donatari o da loro incaricati, devono essere svolte sotto la responsabilità di chi le effettua e nel rispetto delle norme in materia di igiene e sicurezza alimentare.
Infine, potranno essere ceduti gratuitamente anche alimenti che presentano irregolarità di etichettatura, purché non relative alla data di scadenza o alle sostanze che provocano allergie o intolleranze. È possibile cedere anche prodotti scaduti, purché siano garantite l’integrità dell’imballaggio e le corrette condizioni di conservazione.
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